Intervista scritta da Federico Guido
Trovi tutte le Opere di Fahd El Harti al link: https://lookingforart.it/artista/fahd-el-harti/
Come e quando nasce la tua passione per l’arte? Parlaci un po’ dei tuoi inizi.
Avevo 9 anni quando ho cominciato ad usare, senza alcuna guida, i colori con le dita: da allora l’esigenza di dipingere è diventata sempre più forte in me. Oggi la pittura fa parte della mia vita ed è un qualcosa che mi stimola continuamente. Sono sempre rimasto affascinato da come alcuni semplici colori su una tela possano trasmettere un determinato tipo di sensazioni ed emozioni. Questo meccanismo mi ha fatto comprendere che l’arte rappresenta un tipo di linguaggio molto particolare che deve essere decifrato ogni volta.
Quali figure, dentro e fuori il mondo artistico, hanno influenzato maggiormente il tuo percorso fino ad oggi?
Ci sono state molte figure che mi hanno aiutato ad approdare su questa grande isola chiamata arte, a partire dai grandi maestri come Leonardo, Pollock e Gharbaoui. Fuori dalla sfera artistica, un ruolo importante lo hanno avuto le persone a me vicine, mia madre (una donna con una storia non indifferente), i miei fratelli e mio padre (un uomo che ha inciso sulla mia personalità in maniera molto forte) in primis. Tutte queste influenze in qualche modo sono rintracciabili nel mio universo artistico.
Cosa porti della tua terra d’origine nelle tue opere? Come le tue radici influenzano i tuoi lavori?
Il colore, il movimento, la generosità, la disponibilità, la consapevolezza di essere parte di un tutto molto più grande, il dare senza la pretesa di avere in cambio sono tutti elementi e insegnamenti che convergono nella mia arte e che mi fanno guardare con speranza a quello che produco.
Come nascono le tue opere? Sono il frutto di lunghe riflessioni o di improvvise illuminazioni? Parti dal titolo o lo attribuisci a lavoro terminato?
Sono un attento osservatore di ciò che mi circonda e dell’ambiente in cui vivo quotidianamente, un contesto davvero ricco di stimoli e situazioni in grado di ispirarmi. Anche per questo motivo, non penso troppo a ciò che devo dipingere ma, al contrario, sono uno che ama spesso mettersi all’opera senza riflettere sul come o sul perché.
Qual è il tuo rapporto col colore?
Ho un rapporto diretto, direi quasi fisico con il colore.

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Che messaggio vuoi veicolare attraverso le tue opere? Tra questi ce n’è uno che tieni a trasmettere in maniera particolare e, se sì, perché?
Potrei dirti il rispetto per la natura o la speranza che l’uomo abbandoni il suo egocentrismo ma, in ogni caso, non saprei rispondere con precisione. Nei miei lavori infatti cerco più che altro di liberarmi e trasmettere le sensazioni che provo negli istanti in cui dipingo.
Come definiresti la tua arte? Quanto incidono la quotidianità e l’attualità nei tuoi prodotti finali?
A 25 anni la definirei selvaggiamente naturale. Tutto quello che dipingo è attuale e frutto della mia relazione col mondo quotidiano, un rapporto che inevitabilmente parte dalle osservazioni oculari di ciò che mi circonda che poi vengono elaborate dal mio subconscio e mixate con diversi tipi di sensazioni: il risultato spesso è un quadro con soggetti unici, mai visti prima.
Come ti stai trovando con LFA e che ne pensi invece del loro progetto e della volontà di dare spazio a giovani artisti che in altri contesti farebbero fatica a mettersi in evidenza?
Bene. Mi rapporto con artisti professionali, giovani e affamati di arte proprio come me. Penso che il progetto di aiutare artisti emergenti ad esprimersi liberamente sia un grande investimento per il futuro.

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