Descrizione
1.920,00€
✓ OPERA UNICA
✓ CERTIFICATO DI AUTENTICITÀ
I rifugi cedono parla del concetto di ‘casa’ nel senso psicologico più ampio possibile.
La ‘casa’ può essere un luogo fisico; un insieme di relazioni sociali e affettive; o un luogo mentale, come un ricordo, una rappresentazione immaginaria o un retaggio culturale/normativo. Questo spazio, reale o metafisico che sia, è destinato inevitabilmente a subire gli attacchi trasformativi delle esteriorità o, talvolta, a collassare sulle fragilità intrinseche delle sue fondamenta.
La mia esperienza recente, in quanto artista, ma principalmente come umano del terzo millennio, è una costante ridefinizione del concetto di ‘casa’ insegnatomi fin da bambino: la mia più grande ‘casa’, intesa come la Natura, il mio pianeta, è ormai ammalata, e subisce le conseguenze della nostra mancanza di rispetto, ritorcendosi contro di noi. Invece, sull’idea di ‘casa’, come luogo e come clan familiare, il mio percorso mi ha insegnato che essa è un concetto costruibile e non dato; che siamo liberi di rendere ‘casa’ tutto ciò, e chi, sentiamo nostrǝ.
Resta, quindi, solo uno scheletro della percezione originale della nostra ‘appartenenza’ a qualcosa: la convinzione dell’esistenza di un legame, è, e rimane, una convinzione, e ciò la rende, per sua natura, soggetta a mutamenti.
Una delle paure più terribili è l’assenza di vincoli o protezioni che ci recintino dallo sconosciuto ed estraneo. Tuttavia, nel momento in cui abbracciamo la caducità delle nostre radici comprendiamo quanto esse non siano necessarie per sopravvivere. Siamo liberз di costruire ciò che desideriamo, siamo liberз anche di non costruire: restiamo quindi a guardare lo spettro delle nostre appartenenze come fosse solo un ricordo, che viene sommerso.
Dimensioni | 120 × 70 cm |
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